domenica 11 ottobre 2015

Holly: dal calcio al sostegno delle tesi copernicane



Prosegue il nostro ciclo di interviste. Oggi incontriamo una persona che ha fatto dello sport la sua ragione di vita. Ha spinto milioni di ragazzi ad una iniziazione collettiva nel mondo del calcio. Cari amici, parliamo con Oliver Hutton, soprannominato Holly…
Holly: Grazie per l'invito ma vorrei subito precisare una cosa. Il mio nome è Tsubasa Ozora. Non so per quale assurdo motivo in Italia mi avete cambiato il nome in Oiver Hutton… sinceramente preferirei il mio nome. 
D'accordo Holly… ops, Tsubasa.
Holly: Dovreste cambiare il nome anche all'inizio dei miei interventi, prima dei due punti. 
Vedremo di fare il possibile. Lei è stato un fuoriclasse del calcio giapponese. Cresciuto nella scuola Nankatsu, a 15 anni ha lasciato il Giappone per avventurarsi nel calcio brasiliano e, successivamente, diventa professionista in Brasile prima e in Europa poi. Una bella gavetta…
Holly: Esticaz… direi. Vorrei vedere chi riesce a fare quello che ho fatto io in pochi anni. Non sono riuscito a prendere neanche la terza media. Comunque non avete cambiato il nome in testa ai miei interventi…
Provvediamo subito con il cambio. Arriviamo a Benjamin Price. L'incontro con questo portiere imbattibile è avvenuto in Italia. Come giudica lo sport in questo nostro Paese?
Holly: il nome… potete modificare il nome prima della mia risposta?
Ok…
Tsubasa (Holly): …
Per favore lo lasci tra le parentesi… i nostri lettori potrebbero non capire.
Tsubasa (Holly): D'accordo. Dicevamo dello sport in Italia. Beh, avete un grande patrimonio in termini di spazi e clima. Ma non sapete sfruttarlo. Sono rimasto affascinato da pizza, pizzo e mandolino. Avete un marchio inconfondibile e riuscite a vendervi ovunque…
Non sono parole proprio belle. Andiamo al tema dell'intervista. Spesso il campo di calcio appariva durante gli incontri curvo. Questo ha nulla a che vedere con la teoria della Terra piatta?
Tsubasa (Holly): Nella sua domanda c'è la risposta. Siamo di fronte all'affermazione che ci ha permesso di potere vincere molti campionati. Correndo sul campo ci siamo accordi che la sfericità del rettangolo di gioco impediva una corsa agile a molti di noi. Oltretutto la visuale era sempre ostacolata. La visione della porta ci poneva nelle condizioni di riconoscere le orbite circolari e l'immutabilità dei cieli: il correttivo degli epicicli e quello degli eccentrici, per essere chiari.
Insomma, un vero e proprio sostegno alla tesi copernicana…
Tsubasa (Holly): Un superamento, direi. Copernico dovette attribuire alla Terra un terzo moto di declinazione, oltre a quello di rivoluzione attorno al sole e di rotazione attorno al proprio asse (declinationis motus), per rendere conto della invariabilità dell'asse terrestre rispetto alla sfera delle stelle fisse. Noi dovevamo solo segnare in porta.
Grazie Holly… ehm, Tsubasa. Un'ultima domanda: qual è la sua squadra italiana preferita?
Tsubasa (Holly): Il Pro Patria. Come dimenticare il campionato 2005-2006 con in panchina Gian Cesare Discepoli: quella stagione sconfisse in casa il Genoa per 4-3, imbattuto da oltre un anno.

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